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17 Dicembre 2019
Il 10 dicembre 2019 rappresenterà sempre una data storica per la nostra agenzia. Una pietra miliare, l’anno zero di una nuova avventura. Perché, proprio quel giorno, H2H ha scelto un nuovo posizionamento: essere una Circular Agency.
Non si tratta ovviamente di un mero cambio di rotta. Abbiamo proposto un rebranding del tutto inedito per il nostro panorama di mercato italiano. E, fattore ancora più importante per noi, abbiamo ricalibrato il nostro intero sistema di offering.
Ma ogni grande cambiamento ha alle sue spalle una storia e delle motivazioni altrettanto grandi. Quindi, vorrei descrivere il nostro essere “circular” iniziando con la genesi di questa idea. E, come ogni intuizione di rilievo, per averla è bastato guardarsi attorno con occhi più attenti.
Mi spiego. Su scala globale, i cambiamenti sociali e ambientali stanno imponendo di ripensare totalmente gli attuali modelli di business: la sostenibilità è finalmente reputata un must, l’avanzamento tecnologico è considerato (appunto) un avanzamento solo se porta reali benefici all’intero ecosistema e a tutti gli stakeholder, le esigenze degli utenti superano in importanza le funzionalità o l’estetica dei prodotti. Tali spinte evolutive hanno così coinvolto il mondo economico (con il sistema circolare a sostituzione, in percentuale crescente, del sistema lineare), le persone e i brand. Stimoli che, al contempo, non possono lasciare indifferenti le agenzie di comunicazione e marketing.
H2H ha colto questa esigenza, dando forma e sostanza all’idea di Circular Agency. Un’idea che ci ha permesso di esplorare vie innovative ed efficienti di posizionarci sul mercato, progettare secondi parametri rinnovati e guardare verso nuovi interlocutori. In sintesi, ci siamo posti una challenge immensa e, allo stesso tempo, stimolante: orientare i processi verso la creazione di un ecosistema digitale in equilibrio dinamico. Per farlo, siamo chiamati a creare beneficio non solo per i brand clienti, ma per tutti gli attori dello specifico ambiente di mercato.
Di per sé, gli strumenti che abbiamo a disposizione per raggiungere il traguardo sono direttamente connessi ai cinque pillar del nuovo modello circolare. Ecco che acquistano così un’importanza decisiva elementi come Human centric strategy, Modular design, Renewable ideas, Olistic approach e Upcycling system.
Tutto ciò forma la base su cui si sviluppa l’offering di H2H, ispirato ai criteri di sostenibilità, circolarità e progresso tecnologico. I tre asset complementari del nostro offering diventano perciò Sustainable Performance, Data Driven Creativity e Content Strategy.
Con Sustainable Performance si intende la capacità di monitorare le impostazioni delle campagne in tempo reale, per cambiare strategia al mutare delle condizioni. Essere flessibili garantisce una convenienza in termini di investimento e un alto livello di performance/efficienza, per ottenere vantaggi continuativi.
La Data Driven Creativity sottolinea inoltre la possibilità di offrire agli utenti esperienze uniche e sempre più su misura. Dati e creatività sono uniti, per personalizzare i messaggi verso il target e moltiplicarne l’efficacia comunicativa. In quanto Circular Agency, H2H mira infatti a generare campagne in un’ottica di anticipazione del bisogno, minimizzando lo spam comunicativo.
La Content Strategy di H2H promuove l’instaurazione di un dialogo autentico tra brand e utenti, che arricchisca l’intero ecosistema. Oggi i brand sono chiamati a diventare editori, investendo nella qualità dei propri contenuti e cercando inedite forme per la loro distribuzione: in questo panorama, la tecnologia è alleata della creatività e l’analisi dei dati è al servizio di iniziative di marketing sempre più performanti.
Insomma, H2H si pone come partner per aziende e brand, accompagnandole in una trasformazione autentica, concreta e coerente con i nuovi contesti socio-economici globali. Aziende e brand che vengano percepiti dagli utenti come in grado di fare la differenza nel mondo, investendo in idee che abbiano successo a lungo termine.
Perché sono convinto che si possa andare oltre la già celebre frase di Larry Fink, CEO di BlackRock: “Non di solo profitto vivono le aziende, ma dello scopo sociale che giustifica la loro esistenza” (gennaio 2019). A mio parere, dare priorità all’intero ecosistema in cui si opera sarà l’unica possibilità, per le aziende, di garantirsi e massimizzare i propri profitti futuri. A differenza dell’opinione diffusa soprattutto fino a qualche anno fa, credo che sostenibilità e profitto possano coesistere. Anzi, debbano coesistere.
di Paolo Romiti_Presidente e Amministratore Delegato
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