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28 Maggio 2020
A che punto siamo? Quando finirà?
Entrambe le domande insistono sul tempo e sulla sua valutazione in termini quantitativi, cioè come Kronos: lo scorrere del tempo. Due strofe della canzone di Jovanotti “Non m’annoio” descrivono invece il tempo di qualità, ossia Kairos: <<tempo, quando stai bene, lui va via come un lampo… quando ti annoi un attimo sembra eterno, il paradiso può diventare inferno>>.
In questo triste e ci auguriamo irripetibile periodo, la sostanziale differenza tra Kronos e Kairos (tempo di quantità e tempo di qualità) modifica la nostra percezione del tempo stesso. E, se quello quantitativo è scadenzato da lunghe giornate costretti in casa, quello qualitativo diventa fondamentale per farci stare bene, insieme ai nostri familiari e conviventi o anche da soli. Tutti noi abbiamo 1440 minuti a disposizione ogni giorno, per tutta la vita. Se ne usiamo circa 1/3 per dormire, come utilizziamo i restanti 2/3? Lavoro, viaggi, cene, aperitivi, lettura, sport, hobby, riposo o quant’altro prima di andare a dormire. Nella gestione del tempo, è importante capire se facciamo ciò che ci piace o solo quello che dobbiamo fare.
Per alcune persone è prioritario fare del bene per gli altri: solidarietà e altruismo rendono felici e appagano, nonostante le rinunce e gli sforzi anche fisici ai quali sono sottoposti. Per queste persone il tempo è Kairos: non lo misurano in minuti, ore o settimane bensì in sorrisi e ringraziamenti.
Per una sana gestione del tempo, è opportuno identificare le vere priorità così da evitare di dare importanza a cose che non ne hanno. Rispettiamo gli impegni presi, facciamo il nostro dovere, evitiamo di sprecare tempo in attività lontane dalle nostre passioni.
Questo periodo forzato di clausura impone nuovi ritmi e nuove regole d’ingaggio, allungando noiosamente le giornate se le viviamo solo in termini di Kronos. Ma sono sempre 1440 i minuti che abbiamo a disposizione nella giornata, gli stessi che potrebbero rivelarsi piacevoli se riuscissimo a trasformarli in Kairos.
Possiamo fare esercizio fisico anche a casa. Possiamo leggere, cucinare, parlare e giocare con i figli. Ma quante volte lo abbiamo fatto prima di questa emergenza? Stiamo forzatamente recuperando del tempo per noi, per conoscere, approfondire e arricchirci.
In ufficio dobbiamo lavorare e non sarebbero consentite altre attività. Ligi al nostro dovere, facciamo ciò che ci viene detto e solo se siamo fortunati quello che facciamo è anche la nostra passione.
Il tempo è finito e uguale per tutti, è giusto per coloro che lo sanno usare, è poco solo per coloro che lo sprecano e si lamentano: dobbiamo imparare a distinguere l’urgenza dall’importanza. L’urgenza produce stress: quasi mai ciò che è urgente è anche importante. Quindi, sarebbe il caso di evitare di andare in crisi, che si produce quando urgenza e importanza sono molto elevate.
Altro aspetto molto importante è la puntualità, per rispetto verso noi stessi e verso gli altri. Le aziende che non sapranno essere puntuali andranno in contro a gravi problemi (vedi Alitalia). Ma anche il dare importanza a tutti nella stessa misura può essere un limite: in altre parole, significa non dare importanza a nessuno.
Un semplice schema potrebbe aiutarci a organizzare bene le nostre giornate. Quanto tempo impieghiamo nelle seguenti attività? Ovviamente, possiamo variarle e modificarle in relazione alle singole esperienze o esigenze.
In conclusione, se troveremo il giusto equilibrio tra quanto possiamo, dobbiamo, vogliamo e desideriamo fare, allora avremo un corretto Kronos e un piacevole Kairos. I risultati ottenuti ci diranno se abbiamo impegnato bene i nostri 1440 minuti che ogni giorno, come un timer, scandiscono la nostra vita.
di Gianluca Ferrauto_Consulente in Formazione Comportamentale e Coach Partner fondatore di CMF, ConcaMangoFerrauto
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